martedì 11 giugno 2013


CULTURA ED ARTE, RISORSE DEL TERRITORIO BENEVENTANO
Veramente interessante l’incontro che si è svolto il 28 maggio u.s. presso il Convitto Nazionale Giannone, per iniziativa dell’ Archeoclub di Benevento e riguardante il Conservatorio Musicale, risorsa del territorio beneventano, su cui è possibile sviluppare alcune considerazioni di più ampio respiro, sia per il merito che per la sostanza. Infatti, il primo riferimento positivo va rivolto al Preside De Cunto che ha avuto la sensibilità di mettere a disposizione dell’Associazione beneventana dell’Archeoclub d’Italia i locali della scuola, dando un chiaro segnale di considerare l’Istituzione scolastica, da lui diretta, una emanazione culturale in stretto rapporto con il territorio. La scuola, infatti, per la sua intrinseca vocazione, ha proprio questa funzione: non limitarsi a sviluppare al proprio interno il dibattito educativo, ma aprirsi all’esterno in modo da coinvolgere nel processo culturale anche coloro che sono di sostegno e di supporto allo sviluppo competenziale che una scuola viva riesce a produrre e manifestare. Spesso il pubblico, degli alunni e dei loro genitori ed anche degli operatori scolastici,  è abituato a pensare la scuola come luogo chiuso, per addetti ai lavori. Pensate, invece, a quanti vantaggi, anche didattici, potrebbe arrecare l’utilizzo dei locali negli spazi e nei tempi non specificamente riservati all’ orario delle lezioni come fa il Preside De Cunto. Splendido esempio di come si possa innescare una relazione extrascolastica di approfondimento tra i diretti fruitori del servizio scolastico e coloro che dall’ esterno contribuiscono al dibattito culturale che conduce all’ ampliamento della conoscenza, al rilievo formativo e critico delle giovani menti degli studenti, alla concretezza di doversi misurare con il mondo esterno che è altrettanto reale di quello che essi vivono giornalmente per il tempo-scuola. Tutto ciò significa avere una considerazione dell’Istituzione Scuola che deve essere in grado di manifestare la propria identità ed appartenenza in un contesto più vitale e franco che è rappresentato dalla società civile, cui la stessa scuola appartiene. La scuola non va considerata, anche materialmente, il Tempio del sapere il cui accesso è riservato agli adepti, che in tal modo rischiano di considerarsi casta privilegiata, ritualistica  ed esclusiva; essa è  invece, luogo di servizio in cui tutte le componenti esercitano ruoli e funzioni diversi volti alla crescita complessiva sociale, agendo come agenzia educativa del territorio, aperta a quanti, associazioni, gruppi, enti stabiliscono intese e sviluppano relazioni da proporre e condividere nella prospettiva  di uno sviluppo morale, civile e, perché no, anche economico. Questo aspetto non secondario ha trovato modo di esprimersi nella relazione della Prof.ssa Della Sala, direttrice del Conservatorio di Benevento che ha affrontato la problematica proposta “Il Conservatorio, risorsa (di eccellenza, aggiungiamo noi) del territorio”. Quasi ci fosse stata un’intesa con le parole di presentazione della serata da parte del Preside De Cunto, la direttrice Della Sala ha illustrato l’operato del Conservatorio attraverso le iniziative assunte e le attività svolte sul territorio, ad indicare quale è il ruolo che esso ha assunto nel contesto cittadino e provinciale. La politica di fondo, sviluppata nel tempo, è stata quella di incentivare, attraverso una costante opera di accompagnamento, l’ esercizio della professione musicale con la partecipazione ad eventi cui diversi enti o istituzioni partecipavano in modo da stabilire rapporti anche economici, in maniera  trasversale, per sviluppare sinergie che promuovessero il territorio in toto, coinvolgendo e cooperando co i diversi contesti sociali ed economici (si veda, ad es. il turismo, la ristorazione, lo spettacolo). Ovviamente tutto questo può essere fatto solo se si adeguano le strutture di lavoro in maniera organica ed idonea a supportare l’attività collaborativa. Ad esempio, la sala di registrazione di musica digitale, esistente nel Conservatorio favorisce la possibilità di creare un indotto significativo nel campo della produzione e commercializzazione della musica, richiamando artisti e tecnici in grado di rispondere alle esigenze del mercato. Questo è uno dei tanti esempi che permettono di schiudere nuovi orizzonti nel  contesto delle opportunità di lavoro che innescherebbe un ciclo virtuoso nell’ utilizzo di risorse, spesso nascoste o scarsamente considerate. Tutte le istituzioni esistenti e non solo quelle scolastiche, possono fare molto, se solo smettessero di essere autoreferenziali, di sentirsi chiuse alle sollecitazioni esterne, spesso considerate un’intrusione che distrae gli addetti ai lavori dal loro compito e che può essere sinteticamente espressa dal :” non disturbate il conducente, che ha tanto da fare per suo conto”. E’ innegabile che un atteggiamento del genere può solo generare immobilismo, perché isola dal contesto. Ritornando all’incontro, ha fatto enorme piacere ai presenti riscontrare nei responsabili di istituzioni importanti quali il Liceo Artistico Artistico ed il Conservatorio Musicale un tale atteggiamento e comportamento di apertura nei confronti della società civile, che, lo ricordiamo, siamo tutti noi, e non una realtà a sé stante. In questo senso l’autonomia scolastica è una carta ancora tutta da giocare, anche se non mancano, come in questo caso, esempi illuminati, ancora troppo poco considerati per la loro giustezza propositiva. A chiudere la serata e l’incontro, il maestro Minicozzi con la figlia Maura ,  presenti in sala, hanno dato prova concreta e coerente di quanto è stato ampiamento discusso. Infatti, sono state presentate al pubblico musiche originali, da loro stessi composte, che pubblicheranno e registreranno, a questo punto, si spera, presso il Conservatorio perché si avvii in questo contesto provinciale una collaborazione fattiva tra pubblico e privato, in modo da promuovere le positività che emergono dalla società. Il maestro Minicozzi, socio dell’Archeoclub, per parte sua, parteciperà ad una iniziativa promossa dalla Sede Nazionale di Archeoclub d’Italia e che riguarda il recupero di opere musicali andate disperse o non conosciute, perché, magari,  sepolte in archivi e lì dimenticate,  per  riportarle alla luce e metterle a disposizione della comunità come bene di tutti, in una sorta di archeologia musicale che sostenga lo sviluppo di nuove conoscenze per caratterizzare meglio il nostro passato..
Solo per incidens, a proposito dell’ incontro, la sede locale dell’ Archeoclub  ha allo studio altre iniziative che possano incontrare il favore della popolazione e della cittadinanza, non volendo questa Associazione perseguire, come affermato dal Presidente Michele Benvenuto,  una politica di isolamento bensì rinunciando all’ influsso soporifero della Bella Dormiente, per muoversi in una prospettiva allargata verso un pubblico, il più ampio possibile, attraverso un percorso comunicativo che dia la giusta considerazione dei beni culturali che questa parte del territorio offre.
                                                                                              Giuseppe Russo






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