martedì 5 novembre 2013

PREMIAZIONE ESTEMPORANEA DI PITTURA "guerra e pace"DEGLI ALUNNI DEL LICEO ARTISTICO STATALE DI BENEVENTO

Premiazione del concorso di pittura “Deleta (urbs) Beneventum

Nella mattinata del giorno 23 ottobre 2013, si è svolta presso il Liceo Artistico di Benevento la premiazione delle opere pittoriche presentate dagli alunni di questo Istituto d’ Arte, in occasione della V Edizione della manifestazione riguardante i bombardamenti subiti dalla città. In tale circostanza si è voluto fortemente rappresentare il tragico bilancio di morte di quei lontani (?) eventi che costarono più di duemila morti fra la popolazione civile, vittime incolpevoli della ferocia e violenza dell’ uomo contro l’ uomo. Il Preside De Cunto ha rivolto agli intervenuti un breve saluto, ricordando che compito primario della Scuola è quello di educare i futuri cittadini alla convivenza civile , alla condivisione di quei valori morali ed umani di cui la nostra società deve essere portatrice e che si possono sintetizzare nella pace e nel suo perseguimento quale bene supremo da cui derivano la libertà, la solidarietà e l’ eguaglianza, ed ogni rapporto relazionale che gli uomini intendono stabilire tra loro. Per questo motivo il rifiuto della  violenza,  quale soluzione di ogni eventuale contrasto tra gli uomini, deve essere totale. Ne deriva di conseguenza che il ricordo dei fatti dolorosi che hanno contrassegnato la vita della nostra città deve essere un monito per le nuove generazioni “di che lacrime grondi e di che sangue” la nostra storia per indurci alla riflessione consapevole che non basta volere la pace, ma che occorre costruirla giorno dopo giorno, e che la Storia non è un puro esercizio contabile di fatti e di situazioni diverse del passato, ma racconto delle sofferenze,  dei dolori, dei mali di singole persone, fatte di carne, nostri fratelli che hanno versato lacrime, sofferto lutti, patito sulla propria pelle la dissennatezza cieca ed ottusa di altri uomini che hanno gioito dei loro pianti, che hanno riso delle sofferenze, che si son fatti vanto della propria ferocia, chiamandola il diritto dei più forti, sentendosi empiamente dei, arbitri assoluti del bene e del male.  Questa premessa dell’ intera cerimonia è stata necessaria per capire il senso di questa commemorazione e del valore dei premi assegnati consistenti nel riconoscimento del valore dell’ arte che si assegna il compito di spiegare agli uomini il perché del vivere e di essere uomini. Successivamente il Prof. Benevenuto, presidente della Sede cittadina dell’ Archeoclub, promotore della “Deleta (urbs) Beneventum ha presentato un breve riassunto della rappresentazione, svoltasi a Piazza Roma, commemorativa di quei tragici fatti. E’ fondamentale per tutti i cittadini di Benevento, quali testimoni di una tragedia che emblematicamente appartiene a tutto il popolo italiano, che la testimonianza di quelle vicende non vada perduta, ma rimanga patrimonio collettivo di conoscenza e, di conseguenza. di progresso morale e civile, perché solo nel passato possiamo individuare le radici profonde della nostra comune appartenenza storica, sociale e civile, oltre ed al di là di ogni personale convinzione politica ed ideologica.
Per questo rispetto e sotto questo aspetto la Grande Storia è sintesi di ogni personale vicenda umana, se quest’ ultima assume la coloritura della specificità che è propria di ciascuno e che è fondata sulle vicende che ognuno si trova a vivere, non in una dimensione solitaria, ma in un contesto di relazioni che quotidianamente trovano la ragione di manifestarsi e di esprimersi in rapporti scambievoli. L’ uomo è l’ animale sociale per eccellenza, perché dotato del linguaggio che permette la comunicazione non solo di ragionamenti ma anche di emozioni, che di fatto costituiscono, insieme, la nostra coscienza del vivere, distinguendo il male dal bene, il cattivo dal buono, l’ ingiusto dall’ ingiusto, il falso dal vero. Queste sono le categorie spirituali che qualificano ogni espressione umana. Se i morti dei bombardamenti potessero parlare, sicuramente esprimerebbero intera la propria delusione, ancor prima della sofferenza, per la condotta dissennata dell’ uomo contro l’ uomo, quasi che secoli di civiltà e di cultura fossero stati  di colpo rinnegati, per riportarlo alla sua condizione ferina ed animalesca. Perciò è opportuno che ciascuno di noi, di fronte alla follia della guerra si ponga la domanda: ma questi “altri” uomini non hanno madri, padri, sorelle, fratelli, figli, come me? Non hanno cari da rispettare e da ricordare con affetto ed amore