lunedì 12 maggio 2014

domenica 4 maggio 2014

programma

GITA CULTURALE A MONTE SANT’ANGELO
GROTTE DI SAN MICHELE
Nell’ambito delle attività culturali il Club in titolo ha organizzato per domenica 11 maggio p.v. una gita in pullman per Monte Sant’Angelo
Il programma prevede:
ore  9.30   partenza da P.zza Risorgimento in Benevento
ore11.30   arrivo a Monte Sant’Angelo e visita alle grotte di San Michele
ore12.30  visita alle emergenze storico-monumentali (Castello)
ore 13.30 pranzo presso il noto ristorante “albarone”
ore 15.00 visita al centro cittadino
ore 17.00 rientro a Benevento

ore 19.00 arrivo a P.zza Risorgimento 

La grotta di San Michele sul Gargano

La grotta di San Michele sul Gargano

Casella di testo: I pellegrini pagani trascorrevano una intera notte nella fredda grotta avvolti in pelli di animali aspettando che con il risveglio venisse loro rivelata la profezia che anelavano.

Il Gargano,noto come "lo sperone d'italia" è un promontorio montuoso che si estende nella parte settentrionale delle Pugluie in provincia di Foggia ed è interamente circondato dal Mare Adriatico ad eccezione della parte occidentale c he confina con il "Ta voi/ere".
La formazione del promontorio garganico risale al periodo Giurassico quando iniziò la sedimentazione delle attuali rocce in condizioni climatiche e paesaggi tipicamente tropicali.
Oltre a rocce di sedimentazione, il Gargano è costituito da rocce formatesi in ambiente marino e successivamente emerse per le oscillazioni del livello marino; il primo sollevamento d'una certa entità del Gargano sembra essere iniziato nel Miocene e proseguito con fasi alterne nel Pliocene, quando questa regione iniziò ad assumere La morfologia attuale caratterizzata da un intenso carsismo ovvero da fenomeni di dissoluzione del carbonato di calcio nelle rocce calcaree tanto da dar vita all'esisteza di numerose grotte.
Ed è in questa caratteristica geomorfologica che si colloca la formazione della grotta di San Michele a Monte Sant Angelo ove si raggiunge la quota di circa 1.000 m sul livello del mare.
L'attenzione alla grotta di San Michele risale al primo secolo d.C. e, sia nel periodo in cui era dilagante il paganesimo, sia nel periodo della cristianità, è stata sempre oggetto di preghiere e pellegrinaggi.
Chi ha dato la maggiore diffusione del culto dell'Arcangelo Michele, furono i Longobardi.
Questi erano un popolo inizialmente votato al paganesimo e, come tali, combattetero il cristianesimo; Zottone, cui venne affidato il Ducato di Benevento da Autari nell'anno 570 d.0 fu appunto uno dei più acerrimi persecutori.
Alla morte di Zottone il Ducato di Benevento fu affidato ad Arechi I il quale si spinse alla conquista della costa Ionica ed Adriatica.
Gli successe Romualdo cui andò in sposa Teodorata alla quale si deve la conversione al cattolicesimo del marito e, successivamente, di tutti i longobardi pagani dediti al culto del serpente ed alla pratica dei sabba fin quando non intervenne san Barbato, al tempo vescovo di Benevento, il quale recise l'albero di noce sotto il quale si radunavano "le streghe" che si abbandonavano ad orgiastiche danse.
A questo punto si inserisce la storia della grotta di San Michele che non può essere scissa dalla conquista delle terre apule e sipontine da parte dei longobardi.
La grotta, già nel i secolo d.C. era luogo di culto pagano verso il quale accorrevano numerosi pellegrini; la divinità invocata era Calcante, mitico indovino che prese parte alla guerra di Troia e che veniva invocato per ottenerne profezie.
I pellegrini pagani trascorrevano una intera notte nella fredda grotta avvolti in pelli di animali aspettando che con il risveglio venisse loro rivelata la profezia che anelavano.
Gargano era un pastore assai ricco ed un giorno un toro della sua mandria, ritenuto disperso, fu trovato
accovacciato all'ingresso della grotta in atto di adorazione.
Gargano, sconvolto dall'ira, gli scagliò contro una freccia avvelenata ma questa, con stupore di tutti, anzicchè colpire il toro colpì lo stesso pastore che ne venne ucciso.
A seguito di questo inspiegabile episodio, San Michele apparve al Vescovo Lorenzo svelandogli che si era scelto quel luogo verso il quale aveva rivolto la propria protezione.
Una seconda apparizione dell'Arcangelo avvenne allorchè i Longobardi convertiti, con il suo aiuto, sconfissero in battaglia i Bizantini pagani conquistando la Daunia.
Una terza apparizione riguarda la rivelazione del Santo al Vescovo di Siponto che intendeva consacrare la grotta dando inizio ufficiale in essa del culto cristiano; San Michele rivolgendosi al Vescovoebbe a dire che egli stesso aveva edificato la grotta e che l'aveva consacrata e che pertanto non erano necessari altri riti se non quello di dare inizio alla celebrazione della Santa Messa.
I Longobardi ne fecero da subito oggetto di culto della grotta e Paolo Diacono nella seconda metà dell'Vlfl secolo descrive come l'Argangelo Michele avesse suscitato in questa popolazione un enorme fascino considerandolo il Santo Guerriero.
Si stabiliì un vero legame tra San Michele ed i Longobardi che ne diffusero il culto in tutto il ducato tanto da coniare una moneta sulla quale venne effigiato l'Arcangelo Michele con scudo e lancia.
Una iscrizione latina posta all'ingresso, sul portale destro che introduce alla grotta sì legge:
TERRIBILJS EST LOCUS ISTE HIC DOMUSDEI EST ET PORTA COELI che tradotto significa questo luogo è impressionante, questa è la casa di Dio e la porta del cielo.
Sull'arco posto sul portale inferiore che immette nella grotta, sono incise le parle che San Michele rivolse al Vescovo Lorenzo:
UBI SAXA PANDUNTUR IBI PECCATA HOMINUM DIMITTUNTUR - nello spazio di questa caverna sono perdonati i peccati degli uomini.